Il Toxoplasma gondii è un protozoo che in gravidanza può causare un’infezione che per la madre risulta asintomatica o paucisintomatica (modesta febbre, stanchezza, linfoadenomegalia) , ma che per il feto, in mancanza di una adeguata terapia, può determinare un outcome avverso, con elevata morbilità.

In Europa la prevalenza dell’infezione acuta da toxoplasma è dello 0.5%, questa incidenza aumenta con l’aumentare della temperatura e la diminuzione delle norme igienico-sanitarie.
L’infezione può passare la placenta, sia che la madre si infetti in gravidanza, sia che l’infezione avvenga in una epoca prossima al concepimento. All’inizio della gravidanza le conseguenze sono molto più gravi, mentre verso il termine si assistono a forme sub-cliniche.
La diagnosi viene effettuata con il dosaggio degli anticorpi per il toxoplasma, contemporaneamente IgG e IgM, dove IgG negative descrivono una condizione di recettività verso il toxoplasma, mentre la positività della IgM corrisponde ad una siero conversione per una infezione in atto. La positività di IgG e negatività di IgM rilevano una condizione di immunità nei confronti del toxoplasma. In caso di sieroconversione è importante la valutazione della avidità della IgG per collocare nel tempo l’istaurarsi dell’infezione, dove una bassa avidità depone per una infezione recente, mentre elevata avidità dimostra una infezione che può essere fino a 3-4 mesi prima. Inoltre, l’infezione può essere confermata verso la 20° settimana mediante amniocentesi per dimostrare l’eventuale presenza del DNA del toxoplasma nel liquido amniotico.
Una significativa fetta della popolazione risulta immune al toxoplasma, con percentuali fra il 20% e il 40%, che però tende a ridursi nelle fasce più giovani.
La maggior parte delle infezioni si realizzano ingerendo le oocisti del toxoplasma che vengono generate nell’intestino dei felini, che sono gli ospiti definitivi dove il parassita si riproduce in maniera sessuata e viene eliminato con le feci.
L’infezione avviene sia tramite contaminazione ambientale (vegetali, acqua) che attraverso carne non cotta. Nei soggetti infettati, che possiamo definire ospiti intermedi, il parassita si riproduce attivamente a livello intestinale con la possibilità di contaminare altri organi. Questa fase dura circa 10 giorni, dopodiché il sistema immunitario trasforma i parassiti in cisti dormienti che conferiscono e mantengono l’immunità dell’ospite.

E’ possibile però una efficacie terapia antibiotica che si basa sull’assunzione di Spiramicina oppure di Pirimetamina associata a Sulfadiazina che può essere sostituita in caso di necessità dalla Clindamicina.
Ma siccome prevenire risulta molto meglio che curare, come possiamo difenderci?
Il presidio più importante è lavarsi le mani prima di portale alla bocca e sicuramente prima di mangiare. La via alimentare è la principale fonte di infezione.

E’ importante la cottura dei cibi: temperature sopra i 70° gradi uccidono il toxoplasma.
Non mangiare carne cruda (soprattutto agnello, maiale e manzo), evitare gli insaccati e i salumi. Il prosciutto cotto e la mortadella posso essere consumati tranquillamente, sono preferibili quelli in busta preconfezionati che non sono tagliati con utensili contaminati.
Stessa attenzione per i vegetali. Frutta e verdura devono essere assunte cotte o lavate bene sotto acqua corrente per eliminare il parassita. Meglio usare l’amuchina rispetto al bicarbonato, non tanto per una sua reale efficacia, quanto perché avendo un odore poco gradevole impone un maggior risciacquo.

Evitare il contatto con le feci dei gatti e conseguentemente pulire la lettiera del gatto con guanti e acqua bollente e comunque prima che le feci si secchino per evitare dispersioni nell’aria. Meglio se la pulisce il marito. Lavarsi le mani dopo aver carezzato il gatto. Possibilmente nutrirlo con carne cotta ed evitando il contatto con gatti randagi. I gatti domestici attualmente sono la minore delle fonti di infezione, quindi con qualche attenzione in più possiamo godere del loro affetto.
Se si volesse fare del giardinaggio è importante manipolare il terriccio proteggendosi con l’uso di guanti.
L’igiene in gravidanza è una importantissima arma che abbiamo per prenderci cura del tesoro che portiamo in grembo ancor prima che nasca.
Con buon senso ed intelligenza le norme sono veramente poche e facili da seguire!